BEGIN:VCALENDAR VERSION:2.0 CALSCALE:GREGORIAN PRODID:adamgibbons/ics METHOD:PUBLISH X-PUBLISHED-TTL:PT1H BEGIN:VEVENT UID:1177@gancio.cisti.org SUMMARY:Torino / Presidio sotto le mura del CPR DTSTAMP:20240329T013534Z DTSTART:20210220T140000Z DTEND:20210220T160000Z DESCRIPTION:Ancora una volta ci troviamo a parlare di celle affollate\, di cure mediche non\nfornite ai detenuti\, di reclusi maltrattati e abbandona ti al freddo.\n\nI problemi legati al freddo sono una costante nei lunghi inverni del Deportation\nCamp di corso Brunelleschi.\n\nChi viene recluso ha con se pochi indumenti\, perlopiù inadatti alle temperature\ninvernali e Gepsa\, l'ente che si occupa di "fornire i servivi" alle persone\nreclus e nel CPR di Torino\, si guarda bene dal fornire sufficienti ricambi.\n\nD 'altronde\, Gepsa è sempre rimasta coerente con il suo obiettivo\, fare ca ssa\nsulla vita delle persone detenute.\n\nCi chiediamo perché\, dopo le p olemiche a seguito della morte di Faisal Husseini\,\nalcuni dottori si sia no prestati volontariamente al gioco del monitoraggio\nsanitario all'inter no del Cpr\, per poi diventare essi stessi i protagonisti di\nquanto sta a ccadendo da mesi all'interno della struttura detentiva dal punto di\nvista medico.\n\nCi chiediamo perché un medico come Donegani\, noto per aver sv olto la sua\nprofessione in situazioni disperate\, persona legata ad assoc iazioni umanitarie\nche fanno da capofila quando si tratta di diritti dei e delle migranti\, ad oggi\nsia ufficialmente assunto dal Cpr e svolga il suo mestiere come fosse in una\nzona di guerra e non in un paese in cui tu tti e tutte\, sulla carta\, dovrebbero\navere accesso alla sanità pubblica ed alle cure necessarie.\n\nLe voci\, che con grande difficoltà riescono a superare quelle mura\, lamentano\nl'assenza di cure mediche\, denunciano il lassismo dei medici incaricati e\nl'indifferenza di tutto il personale gestionale e poliziesco\, nei confronti di\ncasi gravi\, se non gravissim i.\n\nLa continuità con la precedente gestione sanitaria è evidente\, nono stante questo\ncambio di passo sia nato almeno a parole con i migliori pro positi.\n\nRisultati alla mano\, è quanto mai evidente che umanizzare una struttura come il\nCpr non rientri nel campo non sia possibile ne tantomen o accettabile.\n\nL'unica opzione di cambiamento reale per una struttura d etentiva come il Centro\nper il rimpatrio\, è la sua totale e definitiva c hiusura.\n\nSono ormai decine le testimonianze raccolte da avvocati/e e re clusi/e che\ndipingono un quadro inquietante.\nDal rifiuto sistematico di cure e tamponi\, a detenzioni autorizzate nonostante\narti rotti o problem i psichici evidenti\, arrivando anche ad operazioni\nchirurgiche svolte al l'interno del Cpr\, anziché in una sala operatoria di un\nospedale\, propr io come avviene in una zona di guerra.\n\nLe condizioni a cui sono relegat i i detenuti e le detenute nei Cpr\, così come la\nstessa esistenza di que sti lager\, dimostrano chiaramente\, ancora una volta\, il\nrazzismo delle politiche sull'immigrazione.\n\nA partire dalle leggi sull'immigrazione\, passando per la sfiancante burocrazia\nlegata al rinnovo e richiesta dei permessi di soggiorno\, arrivando alle\nstrutture detentive come i Cpr o d i identificazione e smistamento come gli\nhotspot\, le istituzioni italian e ed europee ci dimostrano che l'unico vero\nobiettivo delle loro politich e è reprimere la libertà di movimento\, costi quel\nche costi\, in linea c on le volontà dei partiti xenofobi e razzisti.\n\nPer la chiusura dei CPR. \nPer la liberazione dei reclusi e delle recluse.\nPer la libertà di movim ento per tutti e tutte.\nPer il diritto all'autodeterminazione dei e delle migranti.\nLibertà per tutti e tutte.\n\n\nPresidio davanti alle mura del CPR di Torino\, Corso Brunelleschi.\nSabato 20 febbraio ore 15.\n\nMai pi ù Cpr\, Mai più Lager! URL:https://gancio.cisti.org/event/1177 LOCATION:Corso Brunelleschi - Corso Brunelleschi STATUS:CONFIRMED CATEGORIES: X-ALT-DESC;FMTTYPE=text/html:
Ancora una volta ci troviamo a parlare di c
elle affollate, di cure mediche non fornite ai detenuti, di reclusi maltra
ttati e abbandonati al freddo.
I problemi legati al freddo sono una
costante nei lunghi inverni del Deportation Camp di corso Brunelleschi.
Chi viene recluso ha con se pochi indumenti, perlopiù inadatti alle
temperature invernali e Gepsa, l'ente che si occupa di "fornire i servivi"
alle persone recluse nel CPR di Torino, si guarda bene dal fornire suffic
ienti ricambi.
D'altronde, Gepsa è sempre rimasta coerente con il s
uo obiettivo, fare cassa sulla vita delle persone detenute.
Ci chi
ediamo perché, dopo le polemiche a seguito della morte di Faisal Husseini,
alcuni dottori si siano prestati volontariamente al gioco del monitoraggi
o sanitario all'interno del Cpr, per poi diventare essi stessi i protagoni
sti di quanto sta accadendo da mesi all'interno della struttura detentiva
dal punto di vista medico.
Ci chiediamo perché un medico come Doneg
ani, noto per aver svolto la sua professione in situazioni disperate, pers
ona legata ad associazioni umanitarie che fanno da capofila quando si trat
ta di diritti dei e delle migranti, ad oggi sia ufficialmente assunto dal
Cpr e svolga il suo mestiere come fosse in una zona di guerra e non in un
paese in cui tutti e tutte, sulla carta, dovrebbero avere accesso alla san
ità pubblica ed alle cure necessarie.
Le voci, che con grande diffi
coltà riescono a superare quelle mura, lamentano l'assenza di cure mediche
, denunciano il lassismo dei medici incaricati e l'indifferenza di tutto i
l personale gestionale e poliziesco, nei confronti di casi gravi, se non g
ravissimi.
La continuità con la precedente gestione sanitaria è evi
dente, nonostante questo cambio di passo sia nato almeno a parole con i mi
gliori propositi.
Risultati alla mano, è quanto mai evidente che um
anizzare una struttura come il Cpr non rientri nel campo non sia possibile
ne tantomeno accettabile.
L'unica opzione di cambiamento reale pe
r una struttura detentiva come il Centro per il rimpatrio, è la sua totale
e definitiva chiusura.
Sono ormai decine le testimonianze raccolt
e da avvocati/e e reclusi/e che dipingono un quadro inquietante.
Dal ri
fiuto sistematico di cure e tamponi, a detenzioni autorizzate nonostante a
rti rotti o problemi psichici evidenti, arrivando anche ad operazioni chir
urgiche svolte all'interno del Cpr, anziché in una sala operatoria di un o
spedale, proprio come avviene in una zona di guerra.
Le condizioni
a cui sono relegati i detenuti e le detenute nei Cpr, così come la stessa
esistenza di questi lager, dimostrano chiaramente, ancora una volta, il ra
zzismo delle politiche sull'immigrazione.
A partire dalle leggi sul
l'immigrazione, passando per la sfiancante burocrazia legata al rinnovo e
richiesta dei permessi di soggiorno, arrivando alle strutture detentive co
me i Cpr o di identificazione e smistamento come gli hotspot, le istituzio
ni italiane ed europee ci dimostrano che l'unico vero obiettivo delle loro
politiche è reprimere la libertà di movimento, costi quel che costi, in l
inea con le volontà dei partiti xenofobi e razzisti.
Per la chiusu
ra dei CPR.
Per la liberazione dei reclusi e delle recluse.
Per la l
ibertà di movimento per tutti e tutte.
Per il diritto all'autodetermina
zione dei e delle migranti.
Libertà per tutti e tutte.
Presi
dio davanti alle mura del CPR di Torino, Corso Brunelleschi.
Sabato 20
febbraio ore 15.
Mai più Cpr, Mai più Lager!