Sabato 27 marzo
Una Barriera contro padroni e militari
ore 15
piazzetta di corso Palermo all’angolo con via Sesia
liberiamo gli spazi pubblici del quartiere: giornata di informazione e lotta
interventi, musica, mostre e… tanto altro
Generali e poliziotti alla guerra… al virus
Oggi più che mai serve ribadire con forza che i centomila morti in un anno di pandemia, sono il frutto delle scelte criminali di tutti i governi che si sono succeduti al potere. La verità è davanti ai nostri occhi: sanità al collasso, aumento della spesa militare, sostegno alle grandi imprese, alle lobby del cemento e del tondino, salvaguardia dell’industria bellica. Per questo governo, come per quelli che lo hanno preceduto, le nostre vite non valgono al di fuori dalla gabbia del produci, consuma, crepa. La produzione non si deve fermare, il coprifuoco ci ancora ad un presente distopico che ci vuole zitti ed obbedienti.
La guerra ai poveri passa altresì dalla gestione militare della pandemia che si articola nella “normalizzazione” della presenza dell’esercito in strada, per reprimere ogni insorgenza sociale, mettere a tacere chiunque non accetti di subire tutto il carico gravoso della crisi sociale, mentre c’è chi non ha mai smesso di arricchirsi sulle nostre spalle e di rafforzare la propria posizione di potere.
La nomina del generale di corpo d’armata ed ex comandante delle forze NATO in Afganistan e Kosovo, Francesco Paolo Figliuolo, rappresenta l’ultimo atto del processo di militarizzazione della società italiana che l’emergenza pandemica ha contribuito ad accelerare.
Con l’appoggio di tutti i partiti del parlamento, il governo consegna ad un alto ufficiale la governance dell’intero sistema di “risposta” al coronavirus, tamponi e vaccini in primis, come è stato enfatizzato dall’esecutivo Draghi e dallo stesso neo-commissario straordinario.
Assistiamo ad un progressivo rafforzamento dei dispositivi di controllo e repressione di ogni forma di dissenso.
Lamberto Giannini, la cui carriera si è forgiata nella Digos, è il nuovo capo della polizia al posto di Gabrielli, promosso sottosegretario agli Interni con delega ai servizi. Con Lamorgese, confermata a capo degli Interni, abbiamo di fronte un apparato repressivo fatto di veri professionisti della repressione.
Un uomo della squadra “politica” a capo della polizia, con il suo predecessore ai servizi segreti, rappresenta bene la scelta di campo del governo: trattare le insorgenze sociali come questioni di ordine pubblico.
Se a questo si aggiunge che il nuovo ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani è stato responsabile dell'innovazione tecnologica del colosso armiero Leonardo finché Draghi non l’ha chiamato ad entrare nell’esecutivo, il quadro è completo.
Nel frattempo le porte di Leonardo si sono spalancate per Minniti, l’ex ministro degli Interni, l’uomo che ha inaugurato la stagione della caccia ai migranti nel Mediterraneo, del blocco delle navi delle ONG, degli hotspot, politica proseguita con solerzia da Salvini e Lamorgese.
Mentre Draghi ed i suoi gestiscono la spartizione della torta del recovery plan, i suoi cani da guardia si occupano di militarizzazione della sanità e repressione delle insorgenze sociali.
Cambiano i governi, non muta la sostanza.
Le restrizioni imposte dai governi non basteranno a fermare il virus. Un virus che continuerà a correre finché la logica del profitto e della guerra sarà più importante delle nostre stesse vite.
È arrivato il momento di invertire la rotta, di autorganizzarci nella lotta per una società libera e autogestita, che sappia sottrarsi alle dinamiche del controllo e dello sfruttamento generalizzati, che sappia davvero prevenire e far fronte alle emergenze che ci attanagliano.
Costruiamo una Barriera contro padroni e militari!
Liberiamoci di Stato e Capitale!