Appuntamento al CSOA Gabrio Domenica 6 giugno h. 14.30
Durante la giornata verrà realizzato nel giardino del Csoa Gabrio un murales dedicato a Sante , a cura del collettivo 26x1 in collaborazione con il Gabrio.
La realizzazione verrà accompagnata con letture di brani e poesie di Sante Notarnicola, musica e la proiezione del documentario "Dalle belle Città date al Nemico".
Ricordando Sante Notarnicola
È l’inno all’amore di sempre:
per l’uomo sfruttato
inchiodato
calpestato
che
finalmente
dall’officina e dalla prigione,
alza l’arma e la fronte.
Si è spento il 22 Marzo, all'età di 82 anni nella sua casa di Bologna, Sante Notarnicola, bandito, poeta e comunista. Nato nel profondo Sud, Sante arrivò a Torino a 13 anni con una valigia di
cartone, come tanti giovani prima e dopo di lui, in quella metropoli del boom economico che prometteva speranze e sogni al meridione, ma che realizzava solo miseria, sfruttamento e fumi delle industrie. Ed è proprio in Barriera di Milano, casa di operai e quartiere storico delle lotte e delle fabbriche,che Sante decise di lottare, fino alla fine. Prima militando attivamente nel FGCI e nel PCI, riponendo sogni e speranze in un partito che già allora per lui dimostrava segni di cedimento e derive controrivoluzionarie, nella sezione di Barriera di Milano, in quella vecchia sede in piazza Crispi, dove si formò , come militante comunista. Guardando come esempio a chi la Resistenza l'aveva vissuta in prima persona, Sante ci parla di un rapporto autentico con la classe,da parte di chi
veniva dalla classe, di una lotta sincera e autentica, dove il fine personale non esisteva.
Tutto questo in un contesto storico dove, guardando al resto del mondo e alle esperienze rivoluzionarie del tempo, il sogno di un altro sistema veniva dalla realtà.
Di fronte a prospettiva di miseria e sfruttamento in fabbrica, o una vita da ladruncolo e imbroglione, Sante scelse con irriducibilità e coerenza, un’altra strada: quella della lotta. E anche quando ruppe
con il partito, profondamente amareggiato dalle direzioni intraprese da quest'ultimo, anche allora Sante irriducibile nella sua volontà di non arrendersi, continuò a lottare. Entrò nella Banda Cavallero, non per fini di lucro personali, come troppo spesso i media mainstream vorrebbero far credere, ma per amore rivoluzionario. Dopo questa esperienza l'arresto nel 1967 e una condanna all'ergastolo ricevuta a testa alta e pugno chiuso, anche allora Sante non smise di lottare, con la tenacia e perseveranza.
Venti anni otto mesi e un giorno all'interno delle lotte nei carceri speciali, anni di studio, di poesie.
E' per tutti questi motivi e queste scelte che la storia di Sante è storia nostra e a questa dobbiamo guardare come esempio di scelta rivoluzionaria, non tanto per i metodi, ma come capacità di non
abbassare mai la testa, leggere le contraddizioni del mondo che ci circonda, e agire con determinazione.
Sante parla direttamente alle giovani generazioni, che davanti a una prospettiva di miseria e sfruttamento, precariato e crisi, hanno tutto da riconquistare. Sante per noi è esempio di coerenza e irriducibilità nelle lotte, e oggi raccogliamo il testimone di quel giovane meridionale e delle sue scelte.
Dentro ad una pandemia che ha dimostrato il fallimento della civiltà capitalista, davanti a un mondodel lavoro che ci condanna a un'esistenza incerta e a una crisi di prospettive, davanti a una società e
che ci spinge all'individualismo e alla passività, è nostro compito mantenere viva la memoria di Sante, la sua spinta propulsiva e rivoluzionaria, nelle lotte di ogni giorno. All'interno dei quartieri
della nostra metropoli ricchi di contraddizioni come allora, casa di giovani italiani e immigrati con cui costruire percorsi di riscatto sociale, accettiamo la sua sfida, quell'ipotesi di lotta che lui non
abbandonò mai.
Sante vive nelle lotte
Csoa Gabrio
Cambiare Rotta
Collettivo 26x1