4 Novembre. Nessuna festa per un massacro
Sabato 4 novembre
Manifestazione antimilitarista
ore 15,30 in via Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino.
Da lì ci si muove verso piazza Carlo Alberto e poi, dopo interventi ed azioni performanti, si termina in piazza Castello.
Contestiamo la città delle armi!
Contestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre.
Il 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.
Nella sola Italia i morti furono 600.000.
Il 4 novembre è la festa degli assassini.
La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.
Il governo Meloni vuole farne un giorno festivo, un'occasione in più per affermare la retorica nazionalista e la violenza militarista cui si ispira l'intera azione dell'esecutivo.
Il governo utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.
L'Italia è in guerra.
La repressione dei migranti è ormai affidata al ministero della guerra. Si va dalle misure contro le Ong nel Mediterraneo alle stragi causate dalla sostituzione dei soccorritori con i militari, sino all'affidamento al ministero della difesa della costruzione in aree militari dei nuovi Cpr, considerati parte del dispositivo di sicurezza nazionale.
L'Italia è in guerra.
Militari italiani sono impegnati in 43 missioni militari all'estero, 18 in Africa, dove difendono gli interessi di colossi come ENI e spostano sempre più a sud la frontiera per bloccare la gente in viaggio.
L’Italia è in guerra.
Dalle basi militari Italiane, NATO e statunitensi in territorio italiano ogni giorno si alzano in volo i droni che gestiscono l'intelligence per l'esercito ucraino.
L’Italia è in guerra. A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.
L’Italia è in guerra. Ogni giorno qualcuno muore perché i tagli alla sanità e alla cura subiscono tagli drammatici. I soldi destinati alla salute, all’istruzione, ai trasporti di prossimità sono stati spesi per rinforzare il dispositivo militare.
Un’economia di guerra produce altra guerra. A farne le spese sono tutte le sfruttate e gli sfruttati.
L’Italia è in guerra. I militari sono sempre più presenti per le strade delle nostre città, nelle periferie dove si allungano le file dei senza casa, senza reddito, precari. Servono a prevenire e reprimere ogni insorgenza sociale, a mettere a tacere chiunque si ribelli ad un ordine sociale sempre più feroce.
Quartieri, scuole, università, piazze, luoghi di lavoro: ormai non vi è ambito sociale al sicuro dalla marea militarista montante. La guerra che si sta combattendo in Ucraina ha dato un’ulteriore e drammatica spinta verso un riarmo a livello mondiale dagli esiti imprevedibili. La guerra da poco riesplosa con enorme violenza in Palestina rischia di accelerare ulteriormente questo processo.
Opporsi alla guerra e al militarismo è un’esigenza imprescindibile.
Il 4 novembre è solo una tappa di un lungo novembre di lotta.
Dal 28 al 30 novembre si terrà all’Oval di Torino “Aerospace & defence meetings”, mostra-mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.
La mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate, rappresentanti dei governi e compagnie di contractor. Alla scorsa edizione parteciparono 600 aziende, 1300 tra acquirenti, venditori e rappresentanti di 30 governi. Il vero fulcro della convention sono gli incontri bilaterali per stringere accordi di cooperazione e vendita: nel 2021 ce ne furono oltre 7.500.
All’Oval saranno allestiti alveari di uffici, dove si sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono intere città, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. L’industria aerospaziale produce cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza.
L’Aerospace and defence meetings è un evento semi clandestino, chiuso, dove si giocano partite mortali per milioni di persone in ogni dove.
Settima nel mondo e quarta in Europa, con un giro d’affari di oltre 16.4 miliardi di euro, l’industria aerospaziale è un enorme business di morte. In Piemonte ci sono: Leonardo, Avio Aero, Collins Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC e tutte le imprese dell'indotto. Producono cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza.
Le armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.
In occasione del mercato delle armi verrà posta la prima pietra della Città dell'aerospazio, nuovo polo bellico nel cuore di Torino.
Sabato 18 novembre
Corteo antimilitarista
Ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis
Martedì 28 novembre
ore 12
Presidio all'Oval in via Matté Trucco 70
Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere!
Coordinamento contro la guerra e chi la arma
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