Per i fatti del 13 febbraio scorso, quando centinaia di studenti si
opposero a un volantinaggio provocatorio e revisionista di un gruppo di
fascisti all'interno dell'università, 20 persone sono ancora private a
vario titolo della propria libertà individuale. Alcuni di loro non possono
uscire di casa, altri non possono recarsi nella città dove vivono e
studiano, altri ancora devono presentarsi tutti i giorni al commissariato
di polizia.
Nei loro confronti non è mancata una vicinanza e un affetto trasversali:
tutti noi avremmo fatto lo stesso se ci fossimo trovati al loro posto.
L'antifascismo è uno dei valori più importanti con cui siamo cresciuti ed è
importante fare tutto il possibile perché una delle ideologie più aberranti
della storia non riprenda spazio.
Chi non si è mai espresso su quelle giornate è l'Università di Torino,
permettendo non solo che un'organizzazione dichiaratamente fascista
volantinasse in università, ma anche che un ingente schieramento di polizia
la difendesse, e restando in silenzio davanti all'arresto di tre studenti
antifascisti ha sconfessato in una sola giornata tutti i valori che
dichiara di condividere.
Questo silenzio è troppo assordante per tutti gli studenti antifascisti che
studiano all'interno di questa istituzione. Continuare a frequentare un
luogo dove si propaganda nell'indifferenza odio razziale e falsità storiche
non è accettabile.
A queste responsabilità dell'Università si aggiungono tutte quelle
accumulate durante questi mesi di pandemia globale: nonostante le
gravissime difficoltà economiche e sociali in cui si trovano moltissimi
studenti e studentesse, nessuna reale misura per tutelare il diritto allo
studio è stata messa in campo, né dal Rettore, né dall'ente regionale
Edisu.
A pochi giorni di distanza dalla data in cui il tribunale di Torino
dovrebbe esprimersi sulla conferma delle privazioni verso gli studenti
antifascisti coinvolti pretendiamo che il rettore prenda pubblicamente una
posizione:
🔴 sulla gravità assoluta di questa vicenda, poichè è già incredibile che
ciò non sia avvenuto spontaneamente: stiamo parlando di privazione della
libertà di studenti e studentesse antifascisti avvenuta in seguito a una
contestazione perfettamente legittima, dove venivano difesi valori che
l'università dichiara di condividere (salvo poi lasciare che un gruppo
neofascista volantini protetto dalla polizia). Geuna, infatti, quel giono
ha autorizzato l'evento "Fascismo, Colonialismo, Foibe" e allo stesso tempo
ha autorizzato il volantinaggio del FUAN,nonché la presenza di digos e
celere per "contenere" eventuali tensioni.
Quello che sta risultando sempre più chiaro è che si sta seriamente
compromettendo il diritto allo studio su diversi piani: tra le misure
cautelari assegnate troviamo alcuni domiciliari e divieti di dimora, che
chiaramente limitano le possibilità di movimento all'interno
dell'università dei soggetti coinvolti; dall'altra parte abbiamo le
dichiarazioni di Sciretti, presidente Edisu, che da mesi ormai continua a
sbandierare la sua richiesta di revocare le borse di studio alle
studentesse e agli studenti presenti in quelle giornate.
🔴 Sull'Aula C1 Autogestita: in quelle stesse giornate è stata mesa sotto
sequestro l'Aula C1, spazio di socialità reale e sapere critico che
all'interno del Campus Einaudi rappresenta un punto di riferimento e un
luogo piacevole dove poter studiare e partecipare a dibattiti ed
iniziative. Vogliamo che il rettore faccia una richiesta formale per
l'eliminazione dei sigilli dalle porte dell'aula, così da restituire
all'università tutta una realtà preziosa con la garanzia, dall'altra parte,
che l'amministrazione di Unito non speri di rendere quello spazio una
stanza sterile secondo qualche losco e inutile piano di ristrutturazione.
🔴 sulla presenza dell'organizzazione FUAN all'interno dell'università:
chiediamo che ogni organizzazione ispirata a valori chiaramente fascisti,
razzisti e sessisti venga esclusa dall'albo delle organizzazioni
riconosciute dall'università di Torino. Chiediamo, inoltre, che non siano
concessi alle suddette organizzazioni spazi universitari in gestione ma che
questi possano essere utilizzati dagli/dalle studenti liberamente.
🔴 sulla scadente proposta di servizi che Unito propone da febbraio a
questa parte: sembra assurdo che da quando l'emergenza Covid ha avuto
inizio l'università sia stata menzionata raramente, anche dagli organi
accademici stessi. Siamo costretti e costrette a convivere da mesi con
questo silenzio, questa incertezza costante. La sessione di settembre è
iniziata e si sa poco, quasi niente, di come ci si potrà rapportare allo
spazio fisico-università in questo periodo, non sappiamo come rientreremo
dentro alle nostre aule e via dicendo.Nonostante sia stato chiaro fin da
subito che la didattica online sia fallita impedendo agli studenti e alle
studentesse di prepararsi e di conseguire adeguatamente gli esami, le tasse
di questo e del prossimo anno scolastico non sono state abolite, i posti in
residenza Edisu si sono ridotti ulteriormente, né è stato assegnato a tutte
e tutti gli studenti iscritti durante l'emergenza sanitaria un semestre
aggiuntivo per frenare l'impennata dei fuori corso.
Pretendiamo il ritorno in Università in sicurezza e in presenza per tutti
e tutte, compresi i nostri compagni di corso colpiti dalla repressione e
delle misure concrete per il diritto allo studio che non facciano pagare a
noi studenti questa crisi.
➡️ Giovedì 10 settembre h. 15 saremo in Rettorato!⬅️