Altri Modi / Altri Mondi - Festival Culturale
Altri Modi / Altri Mondi - Festival Culturale

Tra guerre, crisi climatica, pandemie e recessione oggi parlare di futuro sembra equivalere all’evocazione di oscuri presagi. Il “futuro” sembra avvolto in una nebbia fitta e dopo oltre un secolo anche in occidente le aspettative delle giovani generazioni sono peggiori di quelle dei propri genitori.

Il mondo che ci è stato consegnato è sempre più complesso, sempre più diseguale, sempre più compromesso, al punto che ci si chiede se esista ancora un futuro per il pianeta e alcuni degli esseri senzienti che lo abitano.

Oggi viviamo in una società che ci ha educato ad un pensiero di corto respiro, a vivere costantemente in un presente senza storia. Una società che tenta continuamente di obnubilare, alienare la nostra capacità di immaginazione, la nostra creatività.

𝐀𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢 - Il capitalismo viene raccontato da decenni come l’esito “naturale” della società umana e come “il migliore dei mondi possibili”. Nell’epica capitalistica riveste un grande ruolo la cosiddetta “corsa allo spazio”, alla ricerca di altri mondi da esplorare, colonizzare, da cui estrarre risorse e perpetuare il processo di crescita senza fine. Questi mondi vengono descritti nei modi più disparati, abitati da una natura tendenzialmente selvaggia ed inospitale, da popolazioni con organizzazioni sociali radicalmente diverse dalla nostra. Questa epica serve anche a rinnovare il mito di una frontiera da rincorrere, dove cercare nuove e migliori condizioni di vita. Ma noi crediamo che altri mondi possibili siano già qui, che non servano navicelle spaziali per raggiungerli, ma che si annidino nelle contraddizioni del sistema di sviluppo in cui viviamo, che stia alla nostra capacità di ricerca, di immaginazione, di creatività la possibilità di renderli processi concreti.

𝐀𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐌𝐨𝐝𝐢 - Non basta immaginare questi altri mondi possibili, non è sufficiente sognarli perché essi si realizzino. Abbiamo bisogno di utopie concrete, ancorate alle contraddizioni del presente, capaci di interpretare quelle del futuro. I nostri altri mondi possibili devono essere credibili, rispondere alle necessità di chi in questo sistema di sviluppo soffre, si trova scomodo, lotta per sopravvivere. Per fare ciò abbiamo bisogno di essere sia il problema che la possibile soluzione, dobbiamo essere ciò che supera lo stato di cose presenti e allo stesso tempo prefigura le possibilità di un futuro più libero, giusto e sostenibile. Per fare ciò ci servono nuovi saperi, conoscenza, capacità di previsione, di proporre complessivamente l’idea di altri modi di produzione possibili di fronte all'enorme complessità che ha assunto la società in cui viviamo. Cosa vuol dire ripensare radicalmente il modo in cui produciamo, quello in cui ci alimentiamo, quello con cui ci riposiamo, quello in cui ci rapportiamo con la natura e con gli altri umani? Con quali condizioni oggettive ci dobbiamo misurare?

Assistiamo negli ultimi anni ad una progressiva restrizione degli 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, di dissenso, di immaginazione. E’ qualcosa che stiamo vivendo sulla nostra pelle: da quasi un anno siamo oggetto di un attacco costante da parte di questura e procura che cercano di ridurre al silenzio esperienze di lotta composite, di costruzione quotidiana di altri modi di vivere possibili a partire dalle contraddizioni ambientali, sociali ed economiche del sistema di sviluppo in cui viviamo. Non per ultima la perquisizione che ci ha colpito con il sequestro dell’impianto e di alcune aree dello spazio. L’obiettivo è evidente, spegnere una voce critica, ma anche impedire che altri modi di fare socialità, di stare insieme, di confrontarsi, discutere e divertirsi siano possibili fuori dalle logiche del profitto. Crediamo che per affrontare questi attacchi sia necessario approfondire uno sguardo su questo mondo sempre più complesso, crediamo di avere bisogno del massimo della nostra intelligenza collettiva, di quella ricchezza culturale e sociale che ha sempre meno voce nei circuiti mainstream. 𝐀𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐀𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢 𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐦𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐀𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐌𝐨𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢.

Nei primi due weekend di marzo si terrà al Centro Sociale Askatasuna il Festival Culturale “Altri mondi/Altri modi” in cui proveremo ad avventurarci in questa riflessione, con la consapevolezza che non sarà un momento risolutivo, ma che ci auguriamo possa essere l’inizio di un processo di ragionamento collettivo, di costruzione di alcune ipotesi comuni di esplorare e mettere alla prova.

rimo weekend

Venerdì 3 marzo:

Ore 18 - Dibattito - “Quali traiettorie per la crisi climatica?”

La crisi climatica sta già impattando in ogni ambito delle nostre vite. A lungo andare modificherà l’intera sfera delle attività umane dal lavoro, alla cura, all’abitare i territori. Tra negazionismo climatico e soluzionismo tecnologico le classi dirigenti del nostro paese non hanno la volontà di affrontare la portata di queste trasformazioni. Quali sfide abbiamo davanti?

Ne parliamo con Maurizio Dematteis giornalista, ricercatore ed autore di “Inverno Liquido” con cui discuteremo delle trasformazioni degli ambienti alpini ed Ernesto Burgio medico pediatra esperto in epigenetica e biologia.

Ore 21 - Vernissage della mostra a cura del Lab47 e talk con Giorgio De Finis

Sabato 4 marzo:

Ore 15 - Presentazione di libri - “Un paese spezzato? Meridione, Colonialismo e Conflitti”

I dati economici, sociali e persino quelli elettorali mostrano un paese sempre più diviso tra Nord e Sud. Una frattura con origini lontane, ma estremamente contemporanea alla luce dei fenomeni di colonialismo interno, estrattivismo e migrazioni.

Approfondiamo l’argomento con la presentazione di due libri: “Gli Autonomi Vol XI. L’Autonomia Operaia Meridionale. Napoli e la campania parte seconda” con Carla Panico, dottoranda in Studi Postcoloniali all'Università di Coimbra con particolare riferimento alle autonome, tra femminismi e questione meridionale. Il secondo libro è “Il rovescio della nazione. La costruzione coloniale dell’idea di Mezzogiorno” che aggiorna gli strumenti oggi a disposizione per leggere la questione meridionale, liberandola dal recinto di irrisolvibile «problema» locale con l’autore Carmine Conelli.

Ore 18 - Dibattito - “Riproduzione sociale e cura del comune: aggiornamenti in prospettiva transfemminista”

Durante questo dibattito andremo ad interrogarci su come aggiornare il concetto di «riproduzione sociale» alla luce della ristrutturazione del mercato del lavoro e della precarietà della vita; come interpretare i commons a partire da una prospettiva urbana, in un contesto di frammentazione sociale e di stretta dipendenza dalle tecnologie; come pensare e diffondere l'importanza delle pratiche di cura all'interno degli spazi di attivismo e militanza, soprattutto in vista di un crescendo di malessere psichico e repressione politica.

Ne parliamo con Silvia Federici (in collegamento) sociologa, filosofa ed attivista femminista, Leopoldina Fortunati teorica, autrice ed attivista femminista e Non Una di Meno Torino.

Ore 21 - Talk e presentazione della campagna #Askaèlamiacittà

Domenica 5 marzo:

Ore 15 - Presentazione di libri - “Crisi dell’Occidente? Tra orizzonti di guerra e tensioni sociali”

La guerra alle porte dell’Europa arriva dopo un decennio di sconvolgimenti, la crisi del 2008, il ciclo neopopulista, l’ascesa della Cina a grande potenza, una pandemia globale. E’ la crisi dell’Occidente?

Presenteremo due libri: “Stati Uniti e Cina allo scontro globale” con Raffaele Sciortino e “Il sorgo e l’acciaio” di Chuang con la redazione di Porfido che si è occupata della traduzione italiana del libro.

Ore 18 - Musica da camera “Tra 800 e 900. Un viaggio tra romantico e moderno” del Trio Zefiro.

Ore 21 - “Un presente senza Storia. La Storia può essere ancora maestra?” Incontro con il Professore Alessandro Barbero.

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centro sociale askatasuna
corso regina margherita 47, Torino
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