LA VOCE DI UNITO SIAMO NOI: 26/03 H17 ASSEMBLEA PUBBLICA AL CAMPUS EINAUDI
Martedì 19 marzo un gruppo di student* e docenti ha preso parola durante la seduta del Senato Accademico dell’Università di Torino, chiedendo che l’istituzione si esprimesse riguardo al bando pubblicato a fine febbraio dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele. A partire da una lettera scritta e firmata da più di 1600 accademic* e grazie alla mobilitazione studentesca, il senato si è espresso appoggiando le rivendicazioni dell’appello. Condividendo le perplessità etiche legate al contenuto del bando, specificatamente riguardo al rischio di dual use delle tecnologie che verrebbero sviluppate a partire e finanziate da questo bando e la necessità di prendere una posizione netta di condanna del genocidio in corso a Gaza.
La posizione di Unito, la prima in Italia, ha ricevuto una grandissima risonanza mediatica a livello internazionale, accogliendo tantissime dimostrazioni di solidarietà. A questo livello di attenzione ne sono inevitabilmente seguite ingiuste accuse di antisemitismo, di cui la propaganda israeliana si serve da sempre per sviare le legittime sanzioni previste dal diritto internazionale visto il genocidio in corso a Gaza ed il colonialismo, l’occupazione e l’apartheid che impone al popolo palestinese da oltre 75 anni.
La decisione presa è stata risultato e sintesi di un percorso che ha visto la componente studentesca al fianco di docent* e personale accademico, e che ha portato queste istanze ad essere condivise fin al senato accademico di UNITO. Nonostante ciò, le etichette di intolleranti, violenti e non dialoganti sono state utilizzate per descrivere quello che in realtà è stato un processo partecipato ed ampio, collettivizzato a tutta la componente accademica. La volontà di alcuni gruppi politici e partitici pro-israeliani, che nella stessa giornata di martedì 26 hanno deciso di reclamare gli spazi universitari per provare a delegittimare la scelta di Unito...
si pone in netto contrasto con un dibattito aperto portato avanti da lungo tempo, provando a limitare e contrastare la comunità accademica, schierandosi dalla parte di chi si macchia di crimini contro l’umanità. Contro queste provocazioni e accuse sioniste difendiamo quello che è stato il processo democratico che ha portato alla decisione presa dal Senato accademico.
A maggior ragione dopo più di cinque mesi di genocidio a Gaza, lo scolasticidio portato avanti con maggiore intensità dal 7 ottobre, incluso il bombardamento delle università a Gaza e la negazione del diritto fondamentale allo studio alla popolazione palestinese, dobbiamo rigettare con forza le infondate accuse di antisemitismo e difendere la conquista ottenuta grazie a mesi di mobilitazione e il diritto al boicottaggio come strumento di espressione del dissenso, da sempre utilizzato nelle lotte di liberazione decoloniali.
Per questo è fondamentale martedì 26 ritrovarci tutt* alle h17 al Campus Einaudi e come comunità accademica far sentire la vera voce di UniTo, per difendere la posizione presa martedì scorso e rilanciare in avanti, ribadendo che le università devono rimanere luoghi di produzione di sapere libero: non possono convivere al loro interno accordi con istituzioni che contribuiscono alla violazione sistematica dei diritti umani che lo stato di Israele porta avanti da più di 75 anni.
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