CORTEO 13 ottobre - concentramento h.16 piazza XVIII Dicembre
⭐ Abdullah Öcalan, leader del Movimento di liberazione del Kurdistan, è imprigionato da 26 anni nell'isola - carcere di Imrali, in seguito a un complotto internazionale contro la sua persona che vede coinvolte UE, USA e Israele come mandanti e Turchia come esecutrice.
Il motivo del coinvolgimento di potenze globali nella sua cattura e poi incarcerazione è la forza della sua proposta politica.
🌱 Una proposta che parla direttamente ai nostri tempi e risponde alle contraddizioni della modernità dispiegata, lasciandosi alle spalle il modello dello Stato nazione e proponendo al suo posto forme di democrazia radicale. Sono tanti a dire che la rivoluzione curda è prima di tutto una rivoluzione antropologica, che combatte per una nuova umanità.
🌹 Quella curda è chiamata la rivoluzione delle donne perché "una società è libera quanto più le donne sono libere" e solo le donne possono aprire la strada per la liberazione dal patriarcato, il più antico di tutti i sistemi di oppressione.
Il patriarcato è la radice di ogni tipo di dominio, anche quello dell'essere umano sulla natura e sugli altri esseri viventi: combatterlo vuol dire combattere per una società più libera ed ecologica, che punti a costruire "relazioni di amicizia con un altro essere umano, un altro essere vivente, un albero, il sole, la natura e l'universo".
📣 L'imprigionamento di Öcalan è l'imprigionamento di queste idee. Un anno fa è stata lanciata la campagna internazionale di liberazione di Öcalan che reclama la sua liberazione fisica, contro le istituzioni occidentali e turche che perpetuano, oltre alla violazione di diritti umani, la criminalizzazione di una rivoluzione. A un anno dall'inizio della campagna ci riuniamo tutte, tutti e tuttu in corteo cittadino.