Le Fomne No Tav sono nate all’interno di un movimento popolare che non è riducibile alla sola opposizione al treno alta velocità. Ha col tempo allargato il suo orizzonte a questioni più generali: dalla devastazione del territorio , all’inquinamento, dalle infiltrazioni mafiose nelle grandi opere alle questioni che interessano il nostro paese andando a fondo sulle questioni sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista giuridico, arrivando a creare una rete con tutti quei movimenti che si battono per un mondo migliore.
Come donne all’interno del movimento non potevamo che portare la nostra specificità e guardare il mondo dal nostro punto di vista.
Da tempo ci chiedevamo come intervenire sulla violenza di genere, sapendo che la nostra meravigliosa Valle non è immune da certe pecche.
Proprio per questo vogliamo affrontare la questione in modo il più possibile divulgativo per ragionare insieme alle compagne e ai compagni, confrontarci sulle esperienze e mettere in atto delle strategie, scoprire come sradicare i meccanismi di potere che ci vedono vittime e per cui spesso ci sentiamo in colpa.
La violenza di genere viene perpetrata in quasi tutti i luoghi che frequentiamo: i posti di lavoro, la scuola, per la strada e spesso i fatti più drammatici si consumano all’interno delle mura domestiche.
Intendendo per violenza di genere non solo il femminicidio ma tutti quegli atteggiamenti che vogliono relegarci ad un ruolo subalterno ottenendo spesso l’approvazione del gruppo sociale in cui viviamo, così come espressioni di libertà e autonomia ne ottengono la disapprovazione.
Non necessariamente la violenza si manifesta fisicamente, molto più subdola è la violenza psicologica, quella che lavora sui sensi di colpa, sul ricatto affettivo e che molte volte si fa fatica a riconoscere.
Sradicare certi atteggiamenti, riconoscerne i meccanismi, imparare il rispetto e la libertà dell’altra/o da noi è certamente un fatto di cultura ed educazione, ma abbiamo il dovere di fare la nostra parte per cambiare le cose.
Uno dei punti più critici per affrontare il problema della violenza di genere è la solitudine, uscire dall’isolamento ed avere il coraggio di denunciare lo stato delle cose, parlarne con qualcuno senza vergogna.
Spesso non si sa a chi dirlo, si pensa di non essere credute, ci si colpevolizza, si ha paura e non si vede via di uscita.
Mille sono le giustificazioni: è un momento difficile, in fondo mi vuole bene, passerà!
Sappiamo che questo genere di meccanismi non passano, ma piuttosto peggiorano sempre di più.
Il Covid ha inasprito una situazione già esistente, chiudendo ancora di più le possibilità di uscire dall’isolamento.
È anche importante non tacere quando si vede una donna in difficoltà, anche quando si ha solo la sensazione che stia subendo.
Molte di noi sanno cosa vuol dire per esperienza personale, molte di noi sono a conoscenza di donne che subiscono, non è necessario attingere dai fatti di cronaca, è qualcosa di molto vicino a noi per cui ogni volta ci sentiamo coinvolte e indignate.
Se toccano una toccano tutte!
Vi aspettiamo sabato 25/09 dalle ore 16 al Parco Robinson, Almese