Negli ultimi anni, Torino è diventata la seconda città in Italia per numero di sfratti.
Di questi, un quarto avviene nel solo quartiere di Barriera. In altre parole, sul totale di oltre 1000 sfratti all'anno, 250 sono a Barriera. Cos'è il degrado, se non uno sfratto ogni tre giorni? Perché questo grave problema non è neanche sussurrato dalla circoscrizione e dagli organi istituzionali?
Che Barriera viva una situazione estremamente difficile è innegabile, ma le istituzioni locali rimangono mute di fronte ai veri problemi. È vergognoso leggere dai documenti pubblici della circoscrizione una definizione del degrado recintata alle disgrazie di chi spaccia e consuma stupefacenti, a chi occupa le case o ai piccoli negozi aperti 24H. Considerate davvero che il degrado sia questo? Hanno militarizzato in modo pesante l'area, sottoponendo chi ci abita a continui controlli. L'unico risultato è stato spostare lo spaccio in qualche via parallela. Chi è oggi al governo della circoscrizione e dell'intero paese, tratta le questioni sociali come problemi di ordine pubblico. In altre parole, non volendo risolvere questioni sociali come casa, sanità, reddito – affrontando le loro radici economiche e politiche – semplicemente se ne disfano con l'uso della polizia. Così, ogni problema sociale diventa la scusa per costruire un capro espiatorio, colpevolizzando chi sta in difficoltà e negandogli il diritto ad avere una soluzione dignitosa. Quante case, scuole, sanità, servizi, ecc… si potrebbero avere tagliando le spese militari?
Da circa tre mesi ci siamo costituiti come assemblea di abitanti di Barriera, con lo scopo di far emergere e riflettere collettivamente sulle problematiche del quartiere. Indubbiamente, riflettere su politiche sociali di carattere strutturale e non emergenziale non offre riscontri immediati. Tuttavia, non possiamo continuare a mettere la sabbia sotto il tappeto: i problemi sociali vanno affrontati alla radice, mettendo al centro quello che serve a tutti per vivere meglio. Vogliamo creare momenti di piazza che siano luoghi di discussione collettiva sulle problematiche che viviamo nel nostro quartiere. Un modo per dare spazio a soluzioni diverse, più articolate e più vicine alla realtà, all'insegna della partecipazione, della solidarietà e del mutuo appoggio.
Abbiamo deciso di dedicare la prima di una serie di piazze tematiche al problema della casa. Uno sfratto ogni tre giorni non vuol dire soltanto gettare per strada intere famiglie, ma vivere per mesi o anni in condizioni di disagio economico e sociale sia prima che dopo lo sfratto. Significa cominciare a capire che non puoi più pagare le spese della casa, che non riguarda solo l'affitto – in aumento – ma anche le utenze e di conseguenza cominciare a risparmiare su uno stipendio sempre più misero o su un mutuo che ti stritola sempre di più. In queste condizioni, cadere nel ricatto sociale è molto facile, eppure in tutto questo le politiche sulla casa sono misere, meschine, paternaliste e velatamente razziste. Perdere la casa e non riuscire a trovarne un'altra è la manifestazione più seria della povertà e dell'esclusione sociale.
Il 23 marzo cominciamo un percorso di dibattito collettivo fra i tanti temi sociali che schiacciano la vita di chi abita Barriera. Ne parleremo con Filippo Borreani (sociologo dell'università di Torino) con una introduzione sulle speculazioni edilizie che stanno trasformando il quartiere, creando una “riqualificazione escludente” per chi vive di basso reddito. Ne parleremo anche con il collettivo “PrendoCasa” che – nato proprio per far fronte al problema degli sfratti – ha maturato negli anni competenze e vissuti personali capaci di restituire una narrazione del dramma di uno sfratto. Durante la giornata inoltre sportello mobile per chi ha bisogno di indicazioni sul problema della casa, musica, dispaccio poetico e giochi per bambinə.