Quando muore uno dei nostri
LORENZO PARELLI è un nome che non dimenticheremo.
E’ il nome di uno di noi, di un ragazzo di 18 anni che è morto ammazzato dall’alternanza scuola-lavoro. Stava svolgendo il suo ultimo giorno presso la Burimec di Lauzacco di Pavia di Udine quando una putrella lo schiaccia e lo ferisce conducendolo alla morte.
Il direttore dell’istituto che frequentava Lorenzo ha tenuto a precisare ai giornali come quella fosse soltanto l'ultima di "varie esperienze di stage in azienda", tutte "apprezzate", aveva rilevato il suo tutor, "tanto da sognare un futuro in quell'ambito lavorativo"; dimenticando di ricordare che in ogni caso quelle ore di lavoro si sarebbero svolte ugualmente considerando che sono obbligatorie per l’accesso all’esame di Maturità, quindi Lorenzo sarebbe comunque morto sotto quella putrella, che gli piacesse o meno il mestiere che era costretto a svolgere.
Sentiamo pronunciare in modo petulante la parola “inaccettabile” da tutte le istituzioni che si sono espresse sul tema, a partire dal Ministro dell’Istruzione Bianchi che mostra tutto il suo dolore di fronte ad un fatto che ha contribuito a far avvenire, accettare che l’alternanza venga svolta è accettare di inserirci nel meccanismo produttivo ed esporci anche a questi ricorrenti “rischi”. Lo sappiamo, in Italia le morti sul lavoro nel 2021 hanno sfiorato le 1400! Anche noi andiamo a sommarci a questi grafici dal momento che chi dovrebbe tutelarci ci butta dentro il calderone senza pensarci due volte.
Non chiamiamolo incidente, ci sono numerosi altri casi di episodi simili avvenuti durante le ore di PCTO, il 16 giugno scorso a Rovato uno studente sedicenne è precipitato da un cestello elevatore di cinque metri ed è stato portato in ospedale in condizioni critiche. Il 4 febbraio 2020 alla Emmeti Mondino Trattori di Genola (Cuneo) un diciassettenne è finito in terapia intensiva dopo essere stato travolto da una cancellata in ferro. La mattina del 13 giugno 2018 un coetaneo si è amputato una falange lavorando presso un’officina meccanica a Montemurlo, vicino Prato. Il 7 ottobre 2017 a La Spezia uno studente è rimasto schiacciato dal muletto che stava guidando si è «solo» rotto la tibia. Il 21 dicembre 2017 nello stabilimento Sueco di Faenza, provincia di Ravenna, il braccio meccanico di una gru ha ceduto: un operaio di 45 anni è morto, un diciottenne si è fratturato le gambe e ha riportato lesioni.
Tutti questi ragazzi stavano svolgendo dei programmi di alternanza scuola-lavoro. Lo diciamo da anni che quest’alternanza va abolita, non chiediamo di essere pagati mentre svolgiamo le ore obbligatorie di PCTO o di avere condizioni “migliori” mentre ci costringono a svolgere attività tendenzialmente inutili e degradanti perché non ci può essere compromesso che tenga nell’economia di un gioco che si svolge sulla nostra pelle.
Bisogna immediatamente reagire a questa situazione che persiste già da troppo tempo, lo dobbiamo a Lorenzo.
Venerdì 28 gennaio tutti e tutte in piazza Arbarello h 9.30 per dire basta, le nostre vite valgono!
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