Sabato 12 marzo 2022
Ore 18:30
Piazza Castello
In Italia, solo nel 2021, sono morte 1404 persone di lavoro: più di tre al giorno.
Marco e Michele, due giovani rider genovesi, sono morti per ciò che da media e aziende viene definito come “incidente”. Noi sappiamo però che le cause di queste morti sono sistemiche: sono un rischio calcolato dalle aziende. Un rischio accettato in nome del loro profitto. I ritmi a cui ci costringono ogni giorno sono sempre più intensi e la sicurezza è la voce di spesa su cui le aziende sono sempre disposte a tagliare e le istituzioni a chiudere un occhio. Nella logistica ,ad esempio, i chilometri che percorriamo nelle strade di una città che va sempre più veloce sono sempre di più e i tempi di consegna sempre più stringenti.
Feedback, punteggi, bonus e statistiche non sono altro che uno strumento delle aziende per spingerci ad andare sempre più veloci. Un controllo continuo che porta a lavorare con un livello di stress sempre più elevato. Davanti a tutto questo un semaforo rosso o un sorpasso azzardato a volte sembrano scontati se non necessari.
Nella maggior parte delle piattaforme di food delivery ogni forma di tutela è ancora un miraggio e molti sono i e le rider che lavorano in nero per qualche pizzeria che riceve ordini tramite le app. La malattia non è prevista e molti e molte rider sono costrette a lavorare in qualsiasi condizione pur di non perdere o diminuire il già ridicolo stipendio che riceviamo ogni mese.
Appellarsi a un incidente è solo una vigliacca giustificazione delle aziende che da sempre mettono il loro profitto davanti alla sicurezza dei e delle rider.
“Non si può morire per portare da mangiare e per non fare più la fame!”