Presidio a sostegno delle lotte delle donne detenute alle Vallette
Presidio a sostegno delle lotte delle donne detenute alle Vallette

Condividiamo e sosteniamo le ragioni della mobilitazione delle donne detenute alle Vallette, le quali denunciano a gran voce una condizione di reclusione sempre più lesiva dei diritti fondamentali, sempre più arbitrariamente afflittiva e incompatibile con la vita.
Sosteniamo con loro l'urgenza di misure deflattive, di depenalizzazione e de-carcerizzazione - come ad esempio portare la liberazione anticipata a 75 giorni (c.d. liberazione anticipata speciale, che già è stata applicata in passato nel nostro sistema) - contro un carcere sempre più sovraffollato e incompatibile con la dignità delle persone.
Proclamiamo lo stato di agitazione denunciando anche noi con forza le misure assunte dal Governo, tipiche del populismo giustizialista, che non fa altro che moltiplicare le fattispecie di reato, l'aggravamento delle pene e la progettazione di nuovi spazi detentivi.
Rifiutiamo con fermezza la perdurante e irrazionale pretesa di affidare al sistema penale e punitivo la soluzione di ogni conflitto sociale.

Liberiamo le donne dal carcere
𝗜𝗹 𝟰% 𝗲̀ 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼. Le donne detenute in media sono 2500, il 4% di chi è reclus*, forse per questo spesso dimenticate. Le sezioni femminili sono popolate in gran parte di donne condannate per reati minori, con pene o residui pena al di sotto dei 3 anni, molte al di sotto di 1 anno. Oltre un terzo di loro sono straniere.
𝗜𝗹 𝟯𝟱% 𝗲̀ 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼. Più di un terzo delle donne è detenuto per un solo articolo della legge sulle droghe, l'art. 73 della L. 309/90, che riguarda i reati minori per droga. Non si tratta di narcotrafficanti: sono i pesci piccoli, molto spesso consumatrici. La riforma della legge 309 – rimasta scandalosamente da 30 anni in un cassetto del Parlamento – e le pene alternative possono svuotare più di un terzo delle celle.
Questo dato ci restituisce un'immagine chiara di questa istituzione: un organo di gestione della "devianza" sociale, innanzi tutto razzista (le donne straniere nel 2022 erano il 30,5% del totale), meramente ed esclusivamente repressivo e punitivo.
𝗜𝗹 𝟰% 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗮𝗯𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮. Le sezioni femminili sono spesso derubricate a serie B del carcere maschile. Un mondo di donne in un carcere pensato al maschile: penalizzato per lo studio, la formazione, il lavoro, il cd "reinserimento". Così pure come nessuno nomina la condizione delle detenute trans, le quali si trovano costrette in condizioni di discriminazione e di sofferenza estrema, rappresentando l'eccezione all'eccezione.
Le donne sono troppo poche per investire su di loro, dicono in molti. Positivamente poche per pensare e sperimentare alternative alla reclusione, diciamo noi!
Facciamo delle sezioni femminili un laboratorio dove liberarsi della necessità del carcere’!
𝗜𝗹 𝟲𝟯% 𝗲̀ 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼. Più di 6 donne su 10 sono madri, ogni giorno ci sono in media oltre 4mila bambini e bambine che, se sono fortunat*, vedono la madre un’ora alla settimana, mentre in tanti casi non la vedono mai.
Susan John si è lasciata morire alle Vallette perché non le permettevano di vedere l figl.
Le madri di figl piccol devono avere il diritto di mantenere il rapporto con loro e di accedere più e meglio alle alternative e alla libertà.
𝟭 𝗲̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼. Ci sono bambin* piccoli che restano detenuti con le loro madri.
L’ICAM di Torino è di fatto una sezione del carcere, più colorata, ma sempre di oppressione e reclusione si tratta.
Il ddl Cirielli contro la responsabilità genitoriale delle madri condannate e il ddl Pacchetto Sicurezza che vieta le alternative alle madri recidive sono la legalizzazione di un trattamento disumano per donne e bambin*.
Nemmeno un bambin deve restare in cella né deve essere separat dalla madre!
𝟯 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗲. Negli ultimi 6 mesi tre donne – Susan, Graziana e Azzurra - si sono suicidate alle Vallette senza che chi le imprigionava tutelasse le loro vite.
Il carcere, la sua violenza e l’abbandono uccidono.
Denunciamo questi omicidi di stato, che dall'inizio dell'anno sono ormai 40 (QUARANTA!).
𝗜𝗹 𝟵,𝟰% 𝗲̀ 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼, 𝟭𝟮 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗲. Quasi 10 donne su 100 sono in uno dei regimi di Alta Sicurezza: vuol dire deprivazione, afflizione, limiti alle pene alternative e livelli di coercizione estremi. 12 sono al 41bis, un regime anticostituzionale in piena violazione di qualunque diritto umano.
𝗟𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗲 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗲 – 𝗲 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁*- 𝗱𝗮𝗶 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗺𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶!

𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗟𝗘 𝗗𝗢𝗡𝗡𝗘 𝗗𝗔𝗟 𝗖𝗔𝗥𝗖𝗘𝗥𝗘 𝗘 𝗗𝗔𝗟𝗟𝗢 𝗦𝗧𝗜𝗚𝗠𝗔 𝗣𝗔𝗧𝗥𝗜𝗔𝗥𝗖𝗔𝗟𝗘 !

𝟰 𝘀𝘁𝗶𝗴𝗺𝗮 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗶. Donna, rea, razzializzata, consumatrice di droghe, ‘cattiva madre’.
Il potere patriarcale non ha mai smesso di stigmatizzare le donne, sotto l'egida della pena e della reclusione lo stigma di genere sembra essere ancora più tenace.
Il tribunale patriarcale e borghese giudica le donne quattro volte almeno, e per questo le punisce.
Non vogliamo prendere parola al posto delle detenute, ma amplificare le loro voci.
con Susan, Graziana e Azzurra, con le ragazze di Torino in sciopero della fame a staffetta e tutte le altre detenute:

LA LOTTA DELLE DETENUTE E' ANCHE LA NOSTRA LOTTA.
IMMAGINARE E DESIDERARE UN ESISTENTE SENZA CARCERE è POSSIBILE.

𝗧𝗨𝗧𝗧𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗘, 𝗧𝗨𝗧𝗧𝗜 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗜, 𝗧𝗨𝗧𝗧𝟯 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝟯
𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗢 𝗖𝗔𝗥𝗖𝗘𝗥𝗘 𝗘 𝗗𝗘𝗧𝗘𝗡𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗜𝗦𝗧𝗥𝗔𝗧𝗜𝗩𝗔. 𝗦𝗢𝗟𝗜𝗗𝗔𝗥𝗜𝗘𝗧𝗔' 𝗔 𝗖𝗛𝗜 𝗟𝗢𝗧𝗧𝗔

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8 mesi fa
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