La notizia della morte di un detenuto nel carcere di Torino è arrivata il 15 agosto, portando il numero dei suicidi dichiarati nelle carceri italiane alla spaventosa cifra di 52 solo quest'anno, di cui 9 nell’ultimo mese.
Da parte delle istituzioni il solito copione: responsabilità che si rimpallano, lacrime di coccodrillo e un irrealistico stupore davanti alla drammaticità della situazione all'interno degli istituti penitenziari.
Sui giornali non sono mancati neanche questa volta articoli dal taglio pietista, senza risparmiare foto e dettagli utili solo alla cronaca, lasciando però sempre spazio ai deliri dei sindacati di polizia che in queste morti vedono soltanto l’occasione per una squallida propaganda. Le lamentele di chi lavora in questi luoghi di tortura, assieme alle dichiarazioni di una ministra della Giustizia che si dice addolorata, rivelano tutta la falsità di chi in realtà è carnefice e non di certo vittima. È piuttosto la voce di chi il carcere lo vive sulla propria pelle a restituirci un’immagine reale della situazione: condizioni igieniche allarmanti, soprusi sistematici e violazioni continue della dignità di chi è rinchiuso. Condizioni intrinseche alle prigioni che spingono da sempre i detenuti e le detenute ad opporsi e rivoltarsi. Nel carcere Lorusso e Cotugno sono anni infatti che sistematiche e continue proteste, sparse in varie sezioni e blocchi, provano a sovvertire una quotidianità mortificante. Portiamo solidarietà a chi da mesi protesta contro le brutali condizioni del carcere, a tutti i detenuti e le detenute che vivono quotidianamente la violenza delle galere.
APPUNTAMENTO per UN PRESIDIO SOLIDALE AL CAPOLINEA DEL 3, ORE 17.00!
TUTTI LIBERI, TUTTE LIBERE!
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