Presidio al CPR di C.so Brunelleschi
Da lunedì Mohamed Shahin è detenuto in un CPR, uno dei luoghi più opachi e disumanizzanti a disposizione della macchina repressiva dello stato. Una semplice dichiarazione fatta in piazza è bastata come scusa per arrestarlo, revocargli il titolo di soggiorno e rinchiuderlo nel CPR di Caltanissetta, lontano dalla sua comunità e dai suoi affetti, in attesa di espulsione. Una deportazione che se avvenisse, porterebbe a reclusione e torture nelle carceri Egiziane.
Lontano dallo sguardo pubblico e nel silenzio generale, nei CPR sono rinchiuse centinaia di persone in condizioni disumane, soggette a violenze sistematiche e alla privazione costante dei bisogni primari e dei diritti fondamentali. Nei CPR lo stato rinchiude persone la cui colpa è quella di non avere il giusto documento ed essere “socialmente pericolose”, come la stessa Prefettura ci tiene a spiegare in una nota pubblicata di recente (il virgolettato è proprio loro!)
Oppure come nel caso di Mohamed, i CPR diventano uno strumento di repressione per chi decide di alzare la testa, senza avere il privilegio della cittadinanza italiana, un monito a chi decide di opporsi al genocidio in Palestina, allo sfruttamento sul lavoro, al razzismo sistemico o anche solo di perseguire una vita migliore.
Per questo riteniamo fondamentale esserci fisicamente, sotto le mura del CPR, per rompere l’isolamento e portare la nostra solidarietà a Mohamed e a tutte le persone detenute.
Palestina libera, Mohamed libero, tutt3 libere!