PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CARCERE DI TORINO

PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CARCERE DI TORINO

23 febbraio 2025
ore 15 – ritrovo al capolinea del Tram 3 alla Vallette

Tornare sotto le mura del carcere è – a nostro avviso – qualcosa di impellente e importante, tanto più oggi in cui i venti di guerra contribuiscono a rinforzare politiche securitarie e repressive. La detenzione – penale o amministrativa che sia – funge da monito ai/alle liberx tentando da un lato di scoraggiare le lotte e dall’altro di rinforzare le dinamiche ghettizzanti e segreganti proprie del capitalismo differenziale.
Ciò che ci insegnano i rivoltosi è che ciò che bisogna distruggere è sia la galera che la società che ne ha bisogno.

Come ci è stato dimostrato più volte da chi vive e subisce la violenza di Stato quotidianamente, da chi è costrettx in regimi di detenzione sempre più schiaccianti e de-umanizzanti, da chi soffre la lontananza dai più cari affetti, spingere le voci dei/delle solidalx oltre le gabbie è possibile. Chi è dentro lo sa bene e nel passato non ha mancato di farcelo sapere. Non solo è possibile: è necessario; al fine anche di dimostrare che fuori da quelle mura la lotta si muove, come da dentro, verso la libertà di tuttx.

La solidarietà è uno strumento di lotta. Non è uno slogan.

La solidarietà è fondamentale non solo per garantire la presenza e per ridare un senso alla verità storica, ma anche per poter dare continuità alle lotte e tentare di dotarsi di strumenti comunicativi che contrastino l’isolamento umano, affettivo e politico che le forme di detenzione infliggono.

Essere in tantx – periodicamente e con costanza – sotto le mura del carcere ha anche il senso di mantenere viva la comunicazione dal fuori al dentro, non solo in virtù di vincere le barriere umane proprie della violenza carceraria, ma anche – e soprattutto – di raccontare cosa succede all’interno di altre galere e rompere così l’isolamento comunicativo che la detenzione produce.
Il 3 febbraio 2025, nel carcere Pagliarelli di Palermo, 400 detenutx hanno deciso di lottare, contro i sempre più stringenti provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria, attraverso uno sciopero della fame. Tali provvedimenti riguardano importanti restrizioni sui beni che chi è in gabbia può ricevere tra cui alimenti, vestiti e coperte.
Questa e tante altre notizie che raccontano gesti di rivolta, ribellione, resistenza e resilienza di chi non si fa annichilire dalla brutalità del potere ci ricordano – ed è bene ribadirlo e narrarlo sotto ogni prigione – che laddove lo Stato reprime, la lotta si alimenta.

Fino a che rimarranno solo macerie e polvere.

Per la libertà

in 3 days
capolinea del 3
largo vallette