“Il colonialismo d'insediamento è un gioco a somma zero: i coloni devono distruggere, per poter sostituire” – Nada Elia, riassunto perfetto di ciò che sta avvenendo da decenni in Palestina. La distruzione delle terre e l’esproprio delle risorse naturali sono al centro di un progetto di colonizzazione che sta devastando l’intero territorio palestinese. Negli ultimi 15 mesi, questo processo ha subito un'accelerazione senza precedenti, con effetti devastanti per la popolazione locale. Nel mirino sono finite in maniera sistematica le infrastrutture agricole, con ettari ed ettari di terra agricola, zone di pascolo, aree di produzione alimentare, fonti d’acqua sottratte alle persone, sia a Gaza che in Cisgiordania.
La cultura palestinese affonda le radici nella sua identità rurale e contadina. Generazioni e generazioni di contadinx si tramandano saperi e cultura agricola, lottando e resistendo con fatica per il mantenimento della biodiversità che, gli insediamenti coloniali sull’ambiente e sulla vita delle persone, vuole far venire meno tramite un colonialismo verde, distruggendo ecosistemi interi.
Le comunità rurali sono alla base di questa salvaguardia e l’incontro tra diverse comunità può essere il primo passo verso una resistenza contadina solidale.
Per approfondire questi temi, martedì 21 gennaio ore 20:30 al Csoa Gabrio, insieme a Fadil Alkhaldy, membro dell'Unione dei Comitati degli Agricoltori di Gaza (UAWC) ed Elisa Mascetti che ha partecipato alla recente delegazione internazionale de La Via Campesina in Palestina sarà un'occasione importante di conoscenza e confronto tra comunità rurali e una possibile cooperazione.