Riprendiamoci spazio!
Per qualcuno la città è una merce in vendita a buon mercato: per gli amministratori, comunali o regionali, che devono fare cassa per pagare i debiti accumulati, per scaltri imprenditori che si arricchiscono sottraendo sempre maggiori parti di spazio, fino a poco prima pubblico.
invece la città la abita: chi vi è nato, chi ci lavora o studia, chi ci migra. Noi, che non solo non abbiamo capitale da investire, ma spesso non possediamo neppure denaro a sufficienza per qualificarci come utili consumatori, non abbiamo posto nella città-negozio.
La messa a rendità della città segue un copione ben preciso.
Prima si crea un bisogno di “bonifica” di un’area degradata, e per fare ció spesso il degrado va disegnato, narrato, ingigantito e fatto temere.
È il caso di via di Nanni pedonale, raccontata spesso da articoli terroristici come luogo di degrado, che solo più controlli e telecamere potrebbero salvare.
E’ in questo contesto, allora, che l’azione filantropica di privati di buon cuore, con l’apertura di qualche locale costoso inaccessibile ai più sarà vista come manna dal cielo. Poco importa se la movida piace poco a chi abita il quartiere, si dirà, i soldi sono soldi!
Certo, visto da più vicino quel degrado racconta un’altra storia: è un’etichetta che permette di mostrare con biasimo le vite di chi, non possedendo i mezzi sufficienti a fruire di una socialità a pagamento, trascorre del tempo in strada, non permettendo di generare profitto sul proprio tempo libero. E mentre punta il dito su chi ha la colpa di non essersi realizzato, nasconde la vera faccia di un sistema che arrichisce pochi ed esclude tutti gli altri.
Contro questo discorso, noi ci riprendiamo lo spazio pubblico. Al di fuori delle logiche del mercato e dei soldi, contro le brame di conquista dei privati e la retorica del controllo dello stato, pubblico significa comune, ossia di tuttx e per tuttx. Non solo, pubblico significa anche che tuttx ne dobbiamo avere cura, difenderlo e renderlo a nostra misura, confortevole, adatto ad una vita degna.
L’8 giugno ci troviamo in via dante di danni pedonale per passare del tempo insieme, guardando un film. Non c’è biglietto, non serve l’abito buono!
Cominciamo da qui, non mancare!