SULLE NOSTRE VITE DECIDIAMO NOI: aborto libero, diritti per tuttə
Il 28 settembre Non una di Meno torna nelle piazze di tutta Italia per la giornata mondiale per l'aborto libero, sicuro e gratuito. Il convegno promosso dalle associazioni Pro-Vita nei locali della Regione Piemonte, cancellato solo qualche giorno fa, i tanti manifesti anti-abortisti apparsi nella nostra città negli ultimi mesi, le azioni della Regione a sostegno della maternità imposta e delle associazioni anti-abortiste nei consultori sono una prova tangibile della necessità di mobilitazione.
Scendiamo in piazza perché in tutto il mondo non è possibile abortire in sicurezza e ciò significa la morte per milioni di persone (22 milioni all'anno), criminalizzando e stigmatizzando la libera scelta di non volere figli di una donna o di una persona gestante su quattro a livello globale.
Scendiamo in piazza perché in Italia la situazione non è migliore: la legge 194, che disciplina l'accesso all'aborto, permette l'obiezione di coscienza del personale medico, che nel nostro paese arriva quasi al 70%, dato in linea con la media degli ospedali di Torino, con picchi altissimi in alcune province piemontesi. I consultori pubblici sono stati progressivamente ridotti, dagli anni 70 ad oggi: sono adesso circa 1800 quelli attivi sul territorio nazionale, di gran lunga meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti, come disciplinerebbe la legge 405. Non si investe sull'educazione sessuale, alle diversità e all'affettività, e sulla contraccezione gratuita. Anche quest'ultima dovrebbe essere prevista per legge, ma la legge Piemontese che la garantirebbe è rimasta inapplicata da anni.
Questa campagna elettorale è stata all'insegna delle dichiarazioni dei peggiori catto-fascisti e i loro amici che minacciano “la piena applicazione della 194”, rinforzando i primi articoli della legge che permettono l'entrata delle associazioni anti-scelta cattoliche integraliste nei consultori. Non basta una donna candidata premier che porta avanti politiche fasciste e misogine a fermare la violenza, sappiamo che nessun governo sarà dalla nostra parte. Assistiamo a un rilancio della triade "Dio, patria e famiglia", declinato nelle forme più sessiste, razziste, omolesbobiatransfobiche e abiliste, riproponendo l'imposizione di rigidi ruoli di genere che vedono le donne e le persone socializzate come tali relegate ad un destino biologico per la riproduzione e la crescita della nazione bianca. Siamo furios3 perché l'attacco all'aborto si rafforza in un momento di crisi economica e sociale, estremizzata dalle conseguenze di una guerra che riduce i salari con l'inflazione, alimenta la crisi energetica, ci impoverisce e ci rende più ricattabili. Scendiamo in piazza perché a questa crisi corrisponde un aumento incessante dei femminicidi, degli stupri, della violenza maschile contro le donne, della violenza omolesbobitransfobica, della violenza razzista. Saremo in piazza tre giorni dopo le elezioni perché non vogliamo un patriarcato conservatore, e non ci accontentiamo di un patriarcato democratico.
Ecco perché il 28 settembre grideremo insieme: molto più di 194!
Vogliamo il diritto di decidere sul nostro corpo, vogliamo che l'attenzione alla vita sia attenzione all'autodeterminazione per tutte le persone e non controllo sui corpi. Abortire è un diritto umano inviolabile che tocca tutti gli aspetti dell'esistenza e che non può essere garantito solo a chi ha un privilegio di classe, razza, stato di salute, identità di genere.
Sosteniamo il personale medico e infermieristico che con tenacia cerca di arginare le difficoltà causate dall’elevato tasso di obiezione. Sosteniamo la Consultoria Tranfemminista FAM e tutte le persone e le reti che forniscono informazioni, accompagnano in ospedale chi sceglie di sottoporsi a IVG, forniscono accesso ai certificati di gravidanza, offrono assistenza all'aborto, compreso il teleaborto e l'assistenza post-aborto.
Ci riuniamo in sorellanza da ogni angolo del mondo per imparare, sostenerci a vicenda e lavorare insieme per rivendicare il diritto all'aborto sicuro, libero e gratuito.
Scendere in piazza il 28 settembre è un dovere di tuttə, e facciamo appello a tutte le forze nostre alleate.
Noi ci vogliamo viv3 e liber3.
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo non possiamo accettare la mancanza di uno stato di welfare
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo vogliamo un reddito di autodeterminazione
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo non possiamo accettare la guerra e le sue conseguenze
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo vogliamo un permesso di soggiorno senza condizioni
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo vogliamo più finanziamenti ai consultori, ai centri antiviolenza, all'educazione sessuale nelle scuole e alla contraccezione gratuita
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo vogliamo un aborto libero, sicuro e gratuito
Ci vogliamo viv3 e liber3, per questo vogliamo molto di più della 194.