Siamo braccianti agricoli, siamo lavoratori delle campagne di Saluzzo, siamo un movimento solidale. Lottiamo per mettere fine al razzismo, allo sfruttamento, alla violenza della polizia.
Il video della morte di George Floyd ha aperto gli occhi al mondo su uno dei più grossi problemi delle società in cui viviamo: il razzismo. Negli USA la potenza delle parole “I can’t breathe” ha ribaltato la normalità nella quale un poliziotto uccide un uomo a sangue freddo, con le mani in tasca, solo perché è nero, e ha dato spazio alla speranza di un mondo nuovo.
ANCHE IN ITALIA L'ARIA È IRRESPIRABILE: razzismo e violenza poliziesca sono all’ordine del giorno!
Lo vediamo negli omicidi razzisti che si sono moltiplicati negli ultimi 30 anni, negli accordi con la Libia, nei respingimenti e nei naufragi nel Mediterraneo, negli sguardi e nelle parole di disprezzo sui mezzi pubblici, nelle differenze di salario, nell’accesso differenziato alla sanità e ai diritti di cittadinanza…la lista è lunga.
Uno degli esempi più emblematici è quello delle condizioni lavorative e abitative dei braccianti, da nord a sud Italia: gli immigrati sono buoni da sfruttare, ma le loro vite non valgono. Soltanto nell’ultima settimana abbiamo assistito alla morte di Adnan Siddique, ucciso a coltellate perché sosteneva i lavoratori sfruttati nelle campagne siciliane, e di Mohammed Ben Ali, rimasto carbonizzato nell'incendio del ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia.
Nel comparto agroalimentare della zona di Saluzzo ogni anno durante la stagione della raccolta noi lavoratori delle campagne, tutti immigrati, viviamo in condizioni pessime, tra accampamenti informali e soluzioni emergenziali di accoglienza del tutto inadeguate e fortemente limitative delle libertà di chi ci vive. Quest’anno, a causa delle misure anti-coronavirus, non viene garantito nemmeno il progetto di accoglienza stagionale gestito in passato dal Comune, e per altro verso viene inviato l'esercito in modo da assicurarsi che non si creino accampamenti di fortuna.
Noi lavoratori, sul cui lavoro si regge la ricchissima economia locale, siamo costretti a dormire all’addiaccio nei parchi, senza doccia, e come se non bastasse con la polizia che ci ruba le coperte per motivi di decoro pubblico. E ovviamente con condizioni di lavoro tutt’altro che idilliache, stante che non vengono rispettati orari, paghe minime, e contributi previdenziali.
Anche le vite dei braccianti contano e per questo motivo vogliamo, innanzitutto e immediatamente, STRUTTURE ABITATIVE ADEGUATE, nel rispetto delle misure anti-covid, di cui peraltro il Governo si riempie la bocca ormai da anni, parlando di misure anticaporalato e di fine dei ghetti.
Insieme a varie realtà territoriali e torinese abbiamo deciso di scendere in strada GIOVEDÌ 18 GIUGNO, dalle 10 del mattino, per pretendere un cambiamento immediato della condizione ingiusta che viviamo ogni giorno!
Abbiamo richiesto un incontro al Comune di Saluzzo da svolgersi durante il presidio sottostante, alla presenza di tutte le parti in causa: Prefetto di Cuneo, sindaco di Saluzzo e dei comuni limitrofi, associazioni padronali (Coldiretti e Confagricoltura) e terzo settore.
Invitiamo tutti coloro che ci vogliono sostenere a partecipare numerosi, ovviamente nel rispetto delle misure anticovid: mascherine e distanziamento.
Ci vediamo giovedì alle ore 10 davanti al Comune di Saluzzo!
CASA PER TUTTI, GHETTI PER NESSUNO!
BASTA RAZZISMO, BASTA SFRUTTAMENTO!