Allerta galassiə
Ci vediamo giovedì 30 h18
in lungo dora Napoli 20
per un bivacco indecoroso sulle sponde di stron_zə sicure, porta con te quello che vuoi trovare.

Non basta.
Non basta essere fro_c1
essere Lgbtqia
andare al Pride
dirsi antifascisti
dirsi transfemministi.

Le politiche di discriminazione,
di allontanamento, di marginalizzazione noi le combattiamo da sempre. Non importa chi colpiscono perché la nostra lotta è intersezionale.
E l'intersezionalità ha un peso.

Non ci interessa che a porle in essere sia lo stato, gli sbi_rri o chi si dice essere dalla nostra parte.
Noi le combattiamo e le combatteremo.
Non faremo finta di nulla solo perché il GOODLORD, i rappresentanti di protocollo sponde sicure e i vari senza fronzoli, pensano che facciamo parte della stessa comunità. Noi non siamo uguali, noi non siamo simili, noi non siamo come voi.

E no.
Noi di essere omofob* non ce lo rivendichiamo.
Quella era un'azione antifascista.
Perché fascista era l'idea che si voleva colpire.
Perché fasciste erano le attività che si volevano colpire.

Perché la "movida buona", la "frequentazione sana", "l'allontanamento di personaggi sgradevoli che gravitano sul lungo Dora" ha ben poco a che fare con la comunità lgbtqia+, coinvolgendo invece soggettività razzializzate e progetti di gentrificazione.
Perché la violenza non è nostra. MA LORO. Perché chi inneggiava alle manganellate sui denti, chi ci dava dei malati di cervello, chi ci dava delle donne mancate, delle represse, delle sex worker (il tutto come fosse un'offesa) erano loro.
Non noi.

Quindi no, noi la violenza la odiamo.
Noi l'omofobia l'abbiamo vista.
E noi quel nome addosso non lo vogliamo.

Siamo antifascistə,
siamo transfemministә,
la nostra lotta è intersezionale.
Non abbiamo paura di condannare chi non è altrettanto. Di farlo di notte, di giorno, da solə e in corteo e lo faremo con i nostri nomi
Chec_chə Criminali,
Donnə Mancatə
Repressə
Putta_nə

Approfondimento su “protocollo sponde sicure”

https://napolimonitor.it/come-le-politiche-securitarie-modellano-la-citta-di-torino/