Domenica 7 maggio attraversiamo insieme il parco del Meisino per viverlo, conoscerlo meglio e discutere il progetto.
PROGRAMMA:
Dalle ore 12:
Pranzo popolare Vegan
Dalle ore 14:
Dibattito su
- Il progetto della "Città dello sport" e perchè opporsi
con il Comitato "Salviaimo il Meisino"
- La gestione dei fondi del PNRR con Vittorio Martone, professore di sociologia dell'ambiente all'Università di Torino
- La città che verrà
con Paolo Tex, Sistema Torino
Dalle ore 16:
Lezione di Kung Fu e Yoga - A cura dI CLIM, Corpə Liberə in Movimento
Passeggiata nel parco - Alla scoperta del parco,delle sue trasformazioni e dell'avifauna. A cura del Cominato Borgata Rosa-Sassi
Il comune di Torino, sfruttando i fondi del PNRR, ha approvato il progetto di “riqualificazione” di una delle ultime aree verdi e vergini della nostra città, il parco del Meisino. La cifra-mostro di 11 milioni di euro, che fa gola sia politicamente che economicamente all’amministrazione comunale, verrà stanziata per costruire dal nulla un “Parco dello sport”. Lì dove oggi ci sono zone dall’elevato interesse naturalistico sorgeranno strutture fisse e piste di “ciclocross, pump track e skill bike”.
La propaganda di chi si sta spendendo per sponsorizzare la “riqualificazione” del Meisino fa leva sui concetti di “degrado” e “inclusione sociale”. Se infatti una parte del progetto prevede la riqualificazione della zona dell'ex galoppatoio, giocando sulla decadenza in cui versa la struttura, un'altra parte promuove la costruzione di una cittadella dello sport come via di inclusione sociale. Discorsi diversi nei contenuti ma identici nella forma rispetto a quelli fatti per altre situazioni cittadine, progetto dell' hub di Esselunga nel parco "artiglieri della montagna" e della cittadella della salute alla Pellerina su tutti.
La retorica pro Parco dello Sport cela il modello dominante di gestione dei territori: gli interessi economici imposti e pianificati dall’alto calano e determinano la vita di chi i territori li attraversa e li abita. Dinamica, questa, accelerata dall’approvazione del Next Generation EU e del PNRR.Nel bel mezzo di una crisi ecologica ormai inaggirabile questo progetto è l’ennesima beffa giocata dalle amministrazioni ai danni di chi i territori li abita e li attraversa.