IL TESTIMONE
Fotografia di uomo con barba, divisa in quadretti adesivi staccabili, con una mano che stacca il quadretto con l'occhio

Andrea Roccioletti proporrà al pubblico la sua performance “Il testimone”. A seguire, incontro con l’artista e dialogo sull’arte altra, altrove, di confine, estrema.

Ogni ora, prendendo in considerazione solo Instagram, vengono caricate circa 3 milioni e mezzo di fotografie.

Mai dalla comparsa della vita su questo pianeta si diede possibilità e bisogno di produrne e diffonderne così tante e così tanto.

Tu al mare con il tuo fidanzato, tu alla festa dei diciotto anni di tuo fratello, tu al bar che fai colazione. Un istante trapassato.

Possibilità e bisogno: cause ed effetti che si scambiano di posto, produciamo immagini perché questo step culturale e tecnologico ci ha profuso il bisogno di farlo, oppure il bisogno di farlo ci ha inconsciamente guidati a questo step tecnologico e culturale.

Tu che abbracci tua nonna, tu alla guida della tua nuova auto, tu sul divano con il tuo cane. Trapassato da un istante.

Prima erano gli album di famiglia, tenute ferme sulle pagine dagli angoli autoadesivi le fotografie, poi, sono deflagrate: oltre il loro contorno fisico, abbacinante esplosione nucleare negli occhi dei tuoi followers, il fall-out di informazione che cade distante, dove non puoi sapere, non puoi immaginare.

Tu che sorridi con gli occhi chiusi, tu che indichi il piatto di fronte a te, tu con il tuo nuovo taglio di capelli. Lo sguardo trapassa la superficie del visibile, cerca significati e correlazioni, e se non li trova come vorrebbe li costruisce. In questo inverno nucleare di immagini - le cui polveri sottili di bit hanno oscurato il sole del fatto contingente - è consegnata a chi osserva croce e delizia non solo dell’istante che non è più tempo, non solo il buco nero di ciò che è fuori inquadratura, ma anche: micronarrazioni orfane e monche, che riempiamo con i nostri desideri, le nostre speranze, le nostre attese, le nostre pretese, le nostre paure, i nostri mostri.

Tu che mi trapassi dal tuo scatto, ponte incerto tibetano serve coraggio per attraversarlo, verso la soglia di un privato che diventa pubblico.

Il gioco di parole è troppo facile.

Privato di tutto, di te, non sei tu eppure sei tu.

3 anni fa
Circolo Arci Camalli
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