La Piola di Blackout "No Green Pass"

La Piola di Radio Blackout è felice di ospitare un confronto collettivo contro il green pass.

GIOVEDI’ 21 OTTOBRE | ORE 19 | VIA CECCHI 21/A
DISCUSSIONE CON L’AUTORE DELL’OPUSCOLO “IL MONDO A DISTANZA”
A SEGUIRE, INTERVENTI DAL MONDO DELLA SANITA’, DEL LAVORO, DELL’ISTRUZIONE E DISCUSSIONE APERTA
Durante tutta la serata bevande & vivande benefit libere frequenze 105.250

- NO FASCI NO SBIRRI -

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“A noi non interessa nessun tipo di accordo con nessuno. La linea è quella e lo è dall’inizio: bisogna togliere questo green pass criminale e fine”. I portuali di Trieste ce l’hanno chiaro, il green pass non è una misura di salute pubblica, ma un dispositivo di disciplinamento e controllo che Stato e Confindustria vogliono imporre a milioni di lavoratori ricattati, disoccupati, poveri e a cui molti - vaccinati e non - stanno scegliendo di non piegarsi. La normalità a cui vogliono farci tornare la conosciamo fin troppo bene, è fatta di disuguaglianze feroci, esclusione, distruzione dell’ecosistema in cui viviamo.
Quella normalità è la causa stessa di questa pandemia.

È chiaro come il Covid-19 rappresenti l’ennesima occasione per ristrutturare e perfezionare i violenti processi di cui il capitalismo si nutre. Negli ultimi 18 mesi ha preso piede un utilizzo sempre più pervasivo di tecnologie digitali in molti settori produttivi, dalla scuola, alla sanità, alla mobilità, al consumo… Nuove praterie si aprono così per il profitto dei giganti del Big Tech e degli apparati statali, mentre aumentano le distanze tra gli sfruttati e una parte sempre più ampia della popolazione perde i caratteri di “cittadino” da cui molti erano già in partenza esclusi. Si ingrossano così le fila dei discriminati, dei potenziali “nemici interni”, in una società già di per sè rigidamente gerarchica e ingiusta.

Mentre i padroni bandiscono le possibilità di confronto su pratiche territoriali di prevenzione, contenimento e cura del contagio, così come sui molti quesiti che il vaccino evidentemente solleva, continua indisturbato lo stato di emergenza permanente, così come lo spostamento di risorse verso la sanità privata e la continua assenza di reali tutele per la salute e la sicurezza dei lavoratori, vaccinati e non, vera e propria carne da macello di questa pandemia, come ci hanno insegnato le rivolte della primavera 2020. La violenza e la perversione del green pass in quanto dispositivo di smistamento, controllo e sorveglianza delle nostre vite digitalmente assistito, che nulla c’entra con la tutela della salute, è quella di trasformare milioni di individui in controllori, una sorta di polizia 2.0, e di ricattarci ad aderire volontariamente a questo sistema, cosicchè ne diventiamo gli unici responsabili.

L’opposizione alla digitalizzazione del controllo della vita che si sta manifestando nelle nostre strade da mesi, i blocchi dei portuali, i picchetti davanti ai cancelli delle fabbriche, significano però che la partita non è ancora chiusa. Contro la pratica della delazione e del sospetto, contro la discriminazione sempre più normalizzata, contro il soluzionismo tecnoscientifico volto a mascherare le cause strutturali di questa pandemia e a renderci sempre più impotenti, in tanti scegliamo la solidarietà, la consapevolezza, la lotta.
Come fare adesso ad organizzare una capacità conflittuale in grado di incrinare questo mondo alla rovina?

3 anni fa
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