PRESIDIO/VOLANTINAGGIO IN SOLIDARIETA' AI ROM DI TORINO
BASTA SGOMBERI! BASTA PULIZIA ETNICA!
PRESIDIO/VOLANTINAGGIO IN SOLIDARIETA' AI ROM DI TORINO
LUNEDI 18 MARZO ORE 13
PIAZZA PALAZZO DI CITTA'
Lunedi 18 marzo al Consiglio Comunale di Torino l'assessore Finardi è chiamato a rispondere a una
miserabile interrogazione del consigliere Magliano, frutto di una percezione della realtà distorta e
disumana, nella quale si chiede nuovamente di cacciare le famiglie Rom che sostano al Giardino Ferruccio
Novo di Santa Rita, questa volta attraverso un'apposita ordinanza che preveda anche barriere e dissuasori
come quelli messi recentemente in corso Corsica.
Rispetto a una questione chiaramente sociale come la presenza di nuclei familiari Rom sul territorio
cittadino, ecco dunque l'ennesima proposta all'insegna della pulizia etnica di stampo fascista, perché di
questo si tratta se in nome di un'idea maniacale di "decoro" si invoca la cacciata dei Rom senza offrire
alcuna alternativa, dando a intendere che di fatto ci sia la volontà di indurre gli appartenenti a questa etnia
ad abbandonare il territorio cittadino, e poi se finiscono sotto un ponte o ad Auschwitz chi se ne frega.
Nelle ultime settimane a Torino oltre alle barriere in corso Corsica abbiamo assistito a un paio di
interventi con le ruspe di quelli che piacciono tanto a Salvini: l'abbattimento di alcune baracche di via
Germagnano a dicembre, spudoratamente celebrato dalla sindaca, e quello più recente in via Reiss
Romoli, meno strombazzato ma non diverso nella sostanza. Gruppetti fascisti girano per la città, soprattutto
a Torino Sud, intimorendo le famiglie Rom e cantando vittoria quando il Comune si presta a loro lacchè
eseguendo le loro pretese.
Ci si riempie la bocca di parole come inclusione, antirazzismo, antifascismo ma solo nel goffo
tentativo di celare una realtà fatta di sgomberi e repressione.
Per quanto riguarda nello specifico le famiglie Rom del giardino Ferruccio Novo, sono sempre di più
le persone del quartiere che hanno imparato a convivere con la loro presenza, sperimentando rapporti di
amicizia e occasioni di arricchimento morale e culturale. Il clima al giardino è decisamente tranquillo, il
luogo è frequentato giornalmente e il 5 marzo è stata organizzata una piccola festa di Carnevale per i
bambini, alla quale hanno partecipato una decina di famiglie residenti e per la quale abbiamo avuto la
collaborazione di alcuni negozi e di un'associazione della zona.
Tuttavia tutti quanti auspichiamo una soluzione condivisa, a partire dai diretti interessati. Infatti in
queste settimane come solidali, antifascisti e antirazzisti abbiamo chiesto al Comune dei percorsi di
inclusione per le famiglie Rom, per accompagnarli all'affitto di una casa. Risposte? ZERO.
Abbiamo chiesto di individuare nel quartiere un'area recintata, con un minimo di servizi, ove le
famiglie Rom possano collocare i camper. Risposte? ZERO.
Abbiamo chiesto di rendere vivibile l'area camper di piazza D'Armi, almeno con l'allaccio della
corrente elettrica, in modo che diventi una sistemazione dignitosa, seppur provvisoria, e non un ghetto di
indigenti, anche nell'interesse di tutti coloro che ci vivono. Risposte? ZERO.
Abbiamo sottolineato l'importanza di un avere una dimora stabile a maggior ragione per i bambini
Rom che frequentano le scuole elementari del quartiere (ora sono tre, da settembre saranno cinque).
Risposte? ZERO.
Abbiamo proposto una sorta di progetto di manutenzione del Giardino Ferruccio Novo a cura delle
stesse famiglie Rom, con l'aiuto dei residenti del quartiere e dei solidali, e la promozione di eventi conviviali
e culturali. Risposte? ZERO.
Il modo col quale questa vicenda è stata finora affrontata è sintomo del clima clima politico e
culturale malato che si respira a livello nazionale, segnato dalla guerra a poveri e migranti scatenata dalla
Lega attraverso il Decreto Sicurezza e Immigrazione con la complicità succube dei 5 stelle (che hanno
pesantemente pagato a livello elettorale in Abruzzo e Sardegna ma paiono incapaci di modificare la rotta).
Di fronte all'emergenza, in varie parti d'Italia è stato dimostrato che le risorse fondamentali
rimangono sempre l'auto organizzazione e la solidarietà dal basso. Così deve essere anche per i Rom a
Torino, per i quali facciamo appello a fare rete e a mobilitarsi. Ne va della dignità personale e del futuro di
tutti, perché se "prima vennero a prendere gli zingari" un giorno o l'altro, se non l'hanno ancora fatto,
arriveranno anche da noi.
5 anni fa
Torino TO, Italia
Piazza Castello